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archivio news >  Recupero di un peschereccio
Lavori navali
Il recupero di un peschereccio di 18 metri di lunghezza e del peso di 50 tonnellate, affondato in Alto Adriatico a circa tre miglia a sud di Porto Levante, a 18 metri di profondità, è stato un lavoro di particolare soddisfazione.
IDRA è stata contattata dai periti navali dell’assicurazione, per un survey sul peschereccio affondato, dopo un tentativo di recupero non andato a buon fine.
L’ispezione ha evidenziato che l’imbarcazione giaceva in assetto di navigazione, con leggero sbandamento a dritta, affossata nel fango sabbioso fin quasi agli ombrinali su entrambi i lati. Il movimento del mare provocava al peschereccio delle oscillazioni di beccheggio scavando una fossa nella quale esso sprofondava sempre più. Effettuati i rilievi morfo-batimetrici, dimensionali e video-fotografici, è stato messa a punto, in accordo con i periti navali, una strategia per il recupero dell’imbarcazione.
Come prima cosa ci si è assicurati l’assistenza di un pontone con dimensioni e mezzo di sollevamento adeguati, considerando anche l’effetto ventosa che la carena sicuramente avrebbe prodotto al momento del sollevamento. Per quanto riguarda il lavoro in immersione si è progettato di passare dei cavi messaggeri a prua e a poppa dello scafo a cui collegare delle doppie fasce di portata adeguata da far scorrere al di sotto dello stesso utilizzando un tiro controllato con la gru del pontone. Per realizzare questo primo importante obiettivo si pensava di sfruttare il lieve beccheggio dell’imbarcazione a prua mentre a poppa si sarebbe scavato con l’utilizzo della sorbona ad acqua partendo dall’estremità per raggiungere il timone, l’elica e far passare tra questa e la fine del calcagnolo il cavo messaggero facendolo uscire alla fine dei giardinetti verso prua. Purtroppo, a causa di problemi burocratici e meteo marini, la data di avvio delle operazioni è slittata di alcuni giorni, facendoci trovare una situazione diversa rispetto a quella verificata al momento dell'ispezione: il leggero rollio che ci avrebbe aiutato con il cavo messaggero di prua era scomparso. Il peschereccio era affondato ulteriormente nel fondale e stava immobile e vincolato al fond. Però, nota positiva, il rollio aveva prodotto una trincea di circa 30 cm. di larghezza attorno ai fianchi e alla prua della barca mentre a poppa si era creata una specie di trincea dentro alla quale è stato possibile iniziare a scavare.
Ci sono voluti quattro giorni di intenso scavo a sorbona al di sotto della poppa per liberare il calcagnolo verso prua, oltre l’elica, riuscendo a posizionare in modo sicuro le fasce, assicurandole alle bitte di poppa.
Un’altra giornata e stata impiegata per il passaggio del cavo messaggero a prua, utilizzando una speciale siringa di nostra messa a punto, che ha permesso un lavoro più agevole agli OTS.
Il giorno del recupero il M/p ULISSE della ditta CO.ED.MAR con a bordo un mezzo di sollevamento da 100 tonnellate e piloni di ormeggio di lunghezza adeguata si è posizionato sulla verticale del peschereccio affondato. Agganciati i cavi messaggeri al mezzo di sollevamento, con un tiro controllato e costantemente monitorato da un OTS in immersione si sono fatte scivolare le fasce al di sotto dello scafo nella posizione voluta. Dopo una ulteriore verifica della posizione corretta di tutte le imbracature, si è proceduto al posizionamento al di sopra dell’imbarcazione di un “bilancino” agganciato al mezzo di sollevamento, munito ai suoi angoli di catene dimensionate per il tiro, che sono state agganciate alle fasce con maniglioni di sicurezza. Messa in leggera tensione la struttura bilancino/catene/fasce, effettuate le ultime verifiche, si è iniziato il sollevamento del peschereccio. Con estrema lentezza l’imbarcazione si è staccata dal fondo seguita in posizione di sicurezza da un OTS.
Raggiunta la superficie, sollevata oltre la linea degli ombrinali, si sono posizionate le pompe per lo svuotamento, raggiunto il quale, sempre con lo scafo trattenuto in sicurezza dalle fasce, si è proceduto ad un’ispezione alla carena per accertarsi che non ci fossero vie d’acqua. Terminato lo svuotamento dell’imbarcazione ed assicuratala al fianco del pontone è cominciato il traino verso il cantiere di destinazione.

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